Vasche e Impianti Trattamento Acque di Prima Pioggia
Sistema Vasche Prima Pioggia "Discontinuo", Accumulo e rilancio con elettropompa al Disoleatore
Conforme alla norma UNI EN 858-1 separatore classe I con Filtro per Coalescenza

Premessa
La gestione delle acque meteoriche prima pioggia è uno degli obiettivi primari ai fini della tutela dei corpi idrici ricettori. Nel caso specifico si tratta di impianti progettati per un accumulo (con vasche prefabbricate) temporaneo delle acque di prima pioggia, con conseguente rilancio temporizzato e ritardato (48 ore circa) dal termine dell'evento meteorico attraverso una elettropompa di sollevamento al trattamento successivo (Disoleatore statico con filtro a coalescenza).
L'utilizzo di questi sistemi ha per obiettivo quello di ridurre l'inquinamento verso i corpi idrici superficiali e di attenuare i picchi di piena provocati dalle piogge (bombe d'acqua).
Gli impianti di trattamento delle acque di prima pioggia vengono dimensionati in base alla loro superficie rispettando le Normative tecniche Regionali o Nazionali e in conformità alle Direttive Europee e sono composti dalle seguenti fasi di trattamento: dissabbiatura, disoleazione con filtri per coalescenza, pacchi lamellari e ulteriore finissaggio con filtri a carbone attivo. Nel trattamento delle acque di prima pioggia e di seconda pioggia, nella fase di sedimentazione delle sabbie e quindi nei dissabbiatori possono essere installati sistemi di pulizia automatica. Gli impianti e le apparecchiature per il trattamento delle acque meteoriche vengono installati anche per favorire lo smaltimento, quindi creando beneficio alle falde evitando esondazioni nei fossi superficiali, il sovraccarico delle fognature nei momenti di forte pioggia e disfunzioni ai depuratori cittadini.
Caratteristiche e Funzionamento
La prima pioggia in arrivo dalla fognatura che raccoglie tutte le acque delle strade, parcheggi (aree di transito) del piazzale in oggetto vengono convogliate verso le vasche di accumulo tramite un pozzetto scolmatore o di by-pass, questo manufatto separa le prime "quelle potenzialmente inquinate identificate nei primi 5 mm." da quelle di seconda pioggia che teoricamente sono pulite e non contaminate quindi pronte per essere convogliate allo scarico finale.
Le acque di prima pioggia vengono accumulate temporaneamente in vasche prefabbricate in cemento armato dove avviene la sedimentazione delle sabbie e dei fanghi, la separazione delle acque di prima e di seconda pioggia viene garantita da una valvola antiriflusso a galleggiante in acciaio inox installata all'ingresso della vasca di accumulo, successivamente (normalmente dopo 48 -72 - 96- ore) grazie a una elettropompa sommersa a portata costante vengono avviate al trattamento di disoleazione separazione dei liquidi leggeri (scarico tabella 3) o direttamente al ricettore finale.
Talvolta se i limiti richiesti dal gestore sono particolarmente restrittivi (scarico tabella 4) è necessario depurare maggiormente queste acque pertanto vengono installati filtri a quarzite e/o carboni attivi.
A valle del trattamento deve essere sempre installato un pozzetto di prelievo dei campioni di dimensioni idonee a permettere il campionamento.L'organo competente che gestisce il ricettore finale (fognatura pubblica), può richiedere l'installazione di un misuratore di portata per la contabilizzazione della quantità delle acque di prima pioggia scaricate.

Campi d'Impiego
Nuove urbanizzazioni, aree produttive, industriali, artigianali, commerciali, trafilerie e lavorazione acciaio, stazioni servizio carburanti, depurazione acque piovane provenienti da piazzali adibiti deposito/stoccaggio materiali, inerti, parcheggi aree di sosta per camper, depositi carburante, aeroporti, aree portuali/darsene, fognature in genere, smaltimento acque piovane, impianti di recupero dell'acqua piovana.
Accessori proposti per il Controllo degli Inquinanti
Il sistema di allarme idSET-34 OS è stato appositamente progettato per garantire una soluzione unica per il monitoraggio delle vasche di prima pioggia o dei disoleatori, particolarmente per le cisterne di raccolta di acque nei parcheggi e nelle aree di servizio o di sosta.
Grazie alle due sonde, il sistema di allarme idSET-34 OS è in grado di controllare l'accumulo di olio e i depositi di sabbia e fango negli impianti.
Posizionando le sonde ai livelli desiderati, il sistema segnala il momento esatto per effettuare la pulizia delle vasche sia per l'accumulo dell'olio, sia per l'accumulo di fango, sabbia o foglie sul fondo, così da poter effettuare la pulizia solamente quando è necessario.
Il sistema idSET-34 OS utilizza una sonda idOil-OIL per individuare e segnalare il livello del piano di separazione acqua/olio all'interno della cisterna e una sonda idOil-SLU per individuare la presenza di sabbia o fango sul fondo.La sonda idOil-OIL misura la differenza tra la conducibilità elettrica dell'acqua e quella dell'olio.
La sonda idOil-SLU determina la presenza di fango o sabbia mediante un sensore ad ultrasuoni.
Dimensionamenti principali e con particolarità
Nazionale – Italia
L'art. 113 del Decreto Legislativo 03 Aprile 2006 n° 152 parte III (Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento) afferma che le acque vanno disciplinate.
Le direttive comunitarie n° 91/271/CEE (Trattamento delle acque reflue urbane), e n° 91/676/CEE (Acque meteoriche di dilavamento e acque di prima pioggia), entrambe recepite dallo stato italiano, affermano che "..ai fini della prevenzione di rischi idraulici ed ambientali, le regioni, previo parere del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, disciplinano e attuano:
a) le forme di controllo degli scarichi di acque meteoriche di dilavamento provenienti da reti fognarie separate;
b) ecc. Art. 2 Definizioni V – “Acqua di prima pioggia”: i primi 2,5 – 5 mm. di acqua meteorica di dilavamento uniformemente distribuita su tutta la superficie scolante servita dal sistema di drenaggio.
Per il calcolo delle relative portate si assume che tale valore si verifichi in un periodo di tempo di 15 minuti; i coefficienti di afflusso alla rete si considerano pari ad 1 per le superfici lastricate od impermeabilizzate.
Restano escluse dal computo suddetto le superfici eventualmente coltivate.
La legge della regione Lombardia del 24 marzo 2006 n° 4, relativa alla "Disciplina dello smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne" in attuazione dell'articolo 52, comma 1, lettera a) della legge regionale 12 dicembre 2003, n°26 (BURL del 28 marzo 2006 n° 13, 1° suppl. ord.) sancisce (si riportano alcuni articoli):
Art. 3 (acque di prima pioggia e di lavaggio soggette a regolamentazione) La formazione, il convogliamento, la separazione, la raccolta, il trattamento e lo scarico delle acque di prima pioggia sono soggetti alle disposizioni del presente regolamento qualora tali acque provengano:
a) da superfici scolanti di estensione superiore a 2000 mq, calcolata escludendo le coperture e le aree a verde, costituenti pertinenze di edifici ed installazioni in cui si svolgono le seguenti attività: industria petrolifera, industrie chimiche, trattamento e rivestimenti dei metalli, concia e tintura delle pelli e del cuoio, produzione della pasta carta (della carta e cartone), produzione di pneumatici, aziende tessili che eseguono stampa tintura e finissaggio di fibre tessili, produzione di calcestruzzo, aree intermodali, autofficine, carrozzerie;
b) dalle superfici scolanti costituenti pertinenza di edifici ed installazioni in cui sono svolte attività di deposito rifiuti, centro di raccolta e/o trasformazione degli stessi, deposito di rottami e deposito di veicoli destinati alla demolizione;
c) dalle superfici scolanti destinate al carico e alla distribuzione di carburante ed operazioni connesse e complementari nei punti vendita delle stazioni di servizio per autoveicoli;
d) dalle superfici scolanti specificatamente o anche saltuariamente destinate al deposito, al carico, allo scarico, al travaso e alla movimentazione in genere delle sostanze di cui alle tabelle 3/A e 5 dell'allegato 5 del Decreto Legislativo 03 Aprile 2006 n° 152 parte III.
Art. 5 (sistemi di raccolta e convogliamento delle acque di prima pioggia e di lavaggio)
1) Tutte le superfici di cui all'articolo 3 devono essere impermeabili.
2) Le acque di prima pioggia e le acque di lavaggio, che siano da recapitare in corpo d'acqua superficiale ovvero sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo, devono essere avviate ad apposite vasche di raccolta a perfetta tenuta, dimensionate in modo da trattenere complessivamente non meno di 50 mc per ettaro di superficie scolante (di seguito vasche di prima pioggia).
3) Alle acque meteoriche di dilavamento deve essere destinata una apposita rete di raccolta e convogliamento, munita, nei casi di cui al comma 2, di un sistema di alimentazione delle vasche di prima pioggia che le escluda automaticamente a riempimento avvenuto; la rete deve essere dimensionata sulla base degli eventi meteorici di breve durata e di elevata intensità caratteristici di ogni zona, e comunque quanto meno assumendo che l'evento si verifichi in quindici minuti e che il coefficiente di afflusso alla rete sia pari a 1 per la superficie scolante e a 0,3 per quelle permeabili di qualsiasi tipo ad esse contigue, escludendo dal computo le superfici incolte e quelle di uso agricolo.
La sanzione prevista per chi non osserva tali disposizioni legislative è regolata dalla 152/2006 parte III art. 133 comma 9 con una multa da 1500 a 15000 euro e per chi non rispetta l'art 113 dello stesso decreto comma 3 si applica la sanzione penale enunciata nel D.Lgs 152/2006 parte III art. 137 comma 9 che prevede l'arresto da 2 mesi a 2 anni.
Emilia Romagna
La normativa regionale attualmente in vigore (Delibera Regionale del 18 dicembre 2006, n.1860 "Linee guida di indirizzo per gestione acque meteoriche di dilavamento e acque di prima pioggia in attuazione della deliberazione G.R. n.286 del 14/02/2005") definisce l' evento meteorico come "una o più precipitazioni atmosferiche, anche tra loro temporalmente distanziate, di altezza complessiva pari a 5 mm, che si verifichino o si susseguano a distanza di almeno 72 ore da un precedente e analogo evento", e in particolare definisce che le acque di prima pioggia risultano dal dilavamento delle superfici impermeabili scoperte, in relazione alle attività che in esse si svolgono ovvero agli usi previsti, che può ritenersi completato o esaurito nell'arco di tempo definito per la valutazione delle acque di prima pioggia (5 mm).
Normativa Emilia Romagna D.G.R. 1860/2006 per le città di Bologna, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Rimini, Forlì Cesena, Ferrara.
Abruzzo
La normativa regionale attualmente in vigore (L.R. 31 del 29-07-2010) per le città di Chieti, L'Aquila, Pescara, Teramo, per la gestione delle acque meteoriche di dilavamento e acque di prima pioggia definisce l’evento meteorico come “una o più precipitazioni atmosferiche, anche tra loro temporalmente distanziate, di altezza complessiva pari a 4 mm, che si verifichino o si susseguano a distanza di almeno 72 ore da un precedente e analogo evento”, e in particolare definisce che le acque di prima pioggia risultano dal dilavamento delle superfici impermeabili scoperte, in relazione alle attività che in esse si svolgono ovvero agli usi previsti, che può ritenersi completato o esaurito nell’arco di tempo definito per la valutazione delle acque di prima pioggia (15 min). Durante i periodi di pioggia, infatti, le acque piovane che ricadono su superfici impermeabili, trasportano con loro le sostanze inquinanti presenti sul suolo, per cui l’acqua inquinata che si genera, se scaricata in corpi idrici superficiali può causare gravi danni ambientali. Di conseguenza la normativa impone di separare le prime piogge, da quelle di seconda pioggia, e l’invio di queste ultime direttamente allo scarico finale. Mentre le acque di prima pioggia devono essere avviate allo stoccaggio e dopo 48-72 ore convogliarle al trattamento di disoleazione separazione dei liquidi leggeri.
Puglia
Questo impianto di prima pioggia si differenzia dal tradizionale in quanto a monte della vasca di accumulo (per lo stoccaggio dei primi millimetri dell'evento meteorico) deve essere installato un sistema per la grigliatura grossolana. Normalmente questo pretrattamento viene progettato in un pozzetto in cemento dedicato o addirittura all'interno dello scolmatore in cav (cemento armato vibrato). La scelta dello sgriglatore può essere del tipo statico / manuale oppure automatico (con l'ausilio di attrezzature elettromeccaniche tipo Filtrococlea), questo normalmente dipende dalla entità dell'intervento e dalla tipologia di acque derivanti dal piazzale in oggetto.
(REGOLAMENTO REGIONALE 9 dicembre 2013, n.26 "Disciplina delle acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia").
Voce di Capitolato
Fornitura e posa in opera di Impianto Prima Pioggia in discontinuo mod.RAIN_ ______________ , Volume utile ___,_ mc.
Dimensionamento:
- ITALIA RIFERIMENTO NAZIONALE D.Lgs.152/06 (5 mm/mq) fino a superfici mq _____ ;
- Regione EMILIA ROMAGNA D.G.R.286/05 e 1860/06
Cf*=100 (ridotta) fino a superfici mq _____
Cf*=200 (media) fino a superfici mq _____
Cf*=300 (elevata) fino a superfici mq _____ ;
- Regione ABRUZZO L.R.31/10 (4 mm/mq) fino a superfici mq _____.
L'impianto è composto da:
- n._ Vasca/vasche di Prima Pioggia mod.VACM__________ dimensioni ___x____xh___ cm (copertura esclusa);
- Valvola antiriflusso a Clapet in entrata DN___ mod.VALVCLAPETDN___ realizzata in acciaio inox AISI 304 installata in vasca (in alternativa Valvola antiriflusso a Galleggiante DN___ mod.VALVGALINOX___ realizzata in acciaio inox AISI 304);
- Sistema integrato smaltimento automatico acque di prima pioggia cod.KITPP1P completo di n.1 Elettropompa sommersa mod.GQS50-8 400V 0,55W 1,6A con relativo piping in PVC, Quadro elettrico di gestione e controllo con logica PLC programmabile direttamente da display touchscreen annesso, Sensori di livello installati in vasca, Sensore pioggia esterno ed Allarme ottico\acustico;
- Disoleatore Statico/Separatore Liquidi Leggeri mod.DISCE_______ marcato CE classe I conforme alla norma UNI EN 858 con certificazione di Ente Terzo indipendente come indicato all'Appendice D p.to D.2.1 della norma UNI EN 858, NS ___ lt/sec, dimensioni ___x___xh___ cm (copertura esclusa), completo di deviatore di flusso (deflettore) e dispositivo di chiusura automatica ad otturatore a galleggiante con filtro per coalescenza asportabile in poliuretano espanso a base di poliestere con struttura definita e uniforme dei fori avente porosità 10 ppi (pori/pollice) completo di cestello estraibile, il tutto realizzato in acciaio inox AISI 304.
Specifiche cemento armato dei prefabbricati:
- Classe di resistenza a compressione C45/55 (RCK >55 N/mm²);
- Classi di esposizione XC4, XS3-XD3, XF1, XA2;
- Fibre d’acciaio GREESMIX5® (se previste strutturalmente);
- Sistema integrale IDROCONCRETE 1200 (se richiesto);
- Certificato di conformità per Prefabbricati realizzati con materiali certificati CE e contenuto di riciclato secondo i requisiti indicati nei Criteri Ambientali Minini (CAM);
- Attestazioni Resistenza Chimica e Reazione al Fuoco rilasciate da organo esterno secondo le norme UNI EN.
Garanzia di Trattamento:
D.Lgs.152/06 Parte terza, Allegato 5, Tabella 3 "Scarico in Acque Superficiali", purché siano rispettati e garantiti i valori qualitativi e dimensionali di afflusso in entrata al trattamento stesso, limitatamente ai parametri dei solidi sospesi totali e idrocarburi totali.
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Misure Impianto Acque di Prima Pioggia
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Codice Articolo
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Codice Articolo |
Volume Utile P.P. (mc) |
Superficie (mq) | Diam. tubaz. Entrata (mm) |
Vasca di Prima Pioggia | Codice Disoleatore Statico |
||||||||
Italia** (5mm/mq) |
Emilia Romagna (Vol.P.P.+ Sedim.) |
Abruzzo (4mm/mq) |
Dimensioni esterne (cm) |
Peso (ql) |
Peso Copertura (ql) |
||||||||
Carico Fanghi | Larghezza | Lunghezza | Altezza | h. 20 cm (D400) |
|||||||||
(a) 100 |
(b) 200 |
(c) 300 |
|||||||||||
RAIN_2,5 | 2,5 | 450 | 400 | 350 | 335 | 560 | 125 | 125 | 180 | 150 | 19,6 | 11,2 | DISCE2C-FC |
RAIN_3,5 | 3,5 | 645 | 580 | 525 | 455 | 810 | 160 | 175 | 180 | 150 | 23,8 | 15,6 | DISCE2C-FC |
RAIN_4,5 | 4,5 | 835 | 745 | 675 | 585 | 1.045 | 160 | 180 | 240 | 150 | 47,1 | 21,5 | DISCE2C-FC |
RAIN_5,5 | 5,5 | 1.070 | 960 | 875 | 755 | 1.335 | 160 | 180 | 300 | 150 | 55,7 | 26,8 | DISCE2C-FC |
RAIN_8,0_H200_S10 | 8,0 | 1.510 | 1.380 | 1.250 | 1.060 | 1.890 | 160 | 246 | 220 | 200 | 68,6 | 26,9 | DISCE2C-FC |
RAIN_9,5_H200_S10 | 9,5 | 1.895 | 1.695 | 1.550 | 1.325 | 2.370 | 160 | 246 | 270 | 200 | 78,5 | 33,0 | DISCE2C-FC |
RAIN_12,5_H250_S10 | 12,5 | 2.435 | 2.160 | 1.975 | 1.720 | 3.040 | 200 | 246 | 270 | 250 | 91,1 | 33,0 | DISCE3C-FC |
RAIN_15,0_H250_S10 | 15,0 | 2.925 | 2.620 | 2.400 | 2.060 | 3.655 | 200 | 246 | 320 | 250 | 102,3 | 39,1 | DISCE3C-FC |
RAIN_17,5_H250_S10 | 17,5 | 3.420 | 3.060 | 2.800 | 2.395 | 4.270 | 200 | 246 | 370 | 250 | 113,4 | 45,2 | DISCE3C-FC |
RAIN_20,0_H250_S10 | 20,0 | 3.910 | 3.500 | 3.175 | 2.715 | 4.885 | 200 | 246 | 420 | 250 | 131,1 | 51,3 | DISCE3C-FC |
RAIN_22,0_H250_S10 | 22,0 | 4.360 | 3.920 | 3.575 | 3.060 | 5.450 | 200 | 246 | 470 | 250 | 142,3 | 57,4 | DISCE3C-FC |
RAIN_24,5_H250_S10 | 24,5 | 4.850 | 4.345 | 3.950 | 3.380 | 6.065 | 200 | 246 | 520 | 250 | 153,4 | 63,6 | DISCE3C-FC |
RAIN_27,0_H250_S10 | 27,0 | 5.345 | 4.800 | 4.350 | 3.735 | 6.680 | 200 | 246 | 570 | 250 | 164,5 | 69,7 | DISCE3C-FC |
RAIN_29,5_H250_S10 | 29,5 | 5.835 | 5.240 | 4.750 | 4.075 | 7.295 | 200 | 246 | 620 | 250 | 175,7 | 75,8* | DISCE3C-FC |
RAIN_32,0_H250_S10 | 32,0 | 6.325 | 5.685 | 5.175 | 4.415 | 7.910 | 200 | 246 | 670 | 250 | 193,4 | 81,9* | DISCE3C-FC |
RAIN_34,0_H250_S10 | 34,0 | 6.780 | 6.095 | 5.550 | 4.750 | 8.475 | 200 | 246 | 720 | 250 | 204,5 | 88,0* | DISCE3C-FC |
RAIN_36,5_H250_S10 | 36,5 | 7.270 | 6.545 | 5.925 | 5.070 | 9.090 | 200 | 246 | 770 | 250 | 215,7 | 94,1* | DISCE3C-FC |
RAIN_39,0_H250_S10 | 39,0 | 7.760 | 6.970 | 6.350 | 5.415 | 9.700 | 200 | 246 | 820 | 250 | 226,8 | 100,2* | DISCE3C-FC |
RAIN_41,5_H250_S10 | 41,5 | 8.255 | 7.420 | 6.750 | 5.775 | 10.315 | 200 | 246 | 870 | 250 | 238,0 | 106,3* | DISCE4-8C-FC |
RAIN_44,0_H250_S10 | 44,0 | 8.745 | 7.865 | 7.150 | 6.115 | 10.930 | 200 | 246 | 920 | 250 | 255,7 | 112,4* | DISCE4-8C-FC |
RAIN_45,5_H270_S10 | 45,5 | 9.005 | 8.100 | 7.350 | 6.265 | 11.255 | 200 | 246 | 870 | 270 | 249,5 | 106,3* | DISCE4-8C-FC |
RAIN_46,0_H250_S10 | 46,0 | 9.195 | 8.260 | 7.500 | 6.415 | 11.495 | 200 | 246 | 970 | 250 | 266,8 | 118,5* | DISCE4-8C-FC |
RAIN_48,0_H270_S10 | 48,0 | 9.540 | 8.575 | 7.800 | 6.665 | 11.925 | 200 | 246 | 920 | 270 | 268,1 | 112,4* | DISCE4-8C-FC |
RAIN_48,5_H250_S10 | 48,5 | 9.690 | 8.695 | 7.900 | 6.755 | 12.110 | 200 | 246 | 1020 | 250 | 277,9 | 124,7* | DISCE4-8C-FC |
RAIN_50,5_H270_S10 | 50,5 | 10.035 | 9.025 | 8.200 | 7.015 | 12.540 | 200 | 246 | 970 | 270 | 279,8 | 118,5* | DISCE4-8C-FC |
RAIN_51,0_H250_S10 | 51,0 | 10.180 | 9.145 | 8.300 | 7.100 | 12.725 | 200 | 246 | 1070 | 250 | 289,1 | 130,8* | DISCE4-8C-FC |
RAIN_53,0_H270_S10 | 53,0 | 10.570 | 9.505 | 8.625 | 7.375 | 13.210 | 200 | 246 | 1020 | 270 | 291,4 | 124,7* | DISCE4-8C-FC |
RAIN_68,0_H270_S10 | 68,0 | 13.515 | 12.160 | 11.050 | 9.450 | 16.895 | 315 | 2x246 | 670 | 270 | 2x203,0 | 2x81,9* | DISCE4-8C-FC |
RAIN_78,0_H270_S10 | 78,0 | 15.530 | 13.950 | 12.675 | 10.840 | 19.410 | 315 | 2x246 | 770 | 270 | 2x226,2 | 2x94,1* | DISCE4-8C-FC |
RAIN_88,5_H270_S10 | 88,5 | 17.630 | 15.840 | 14.400 | 12.315 | 22.040 | 315 | 2x246 | 870 | 270 | 2x249,5 | 2x106,3* | DISCE4-8C-FC |
RAIN_103,5_H270_S10 | 103,5 | 20.695 | 18.600 | 16.900 | 14.450 | 25.870 | 315 | 2x246 | 1020 | 270 | 2x291,4 | 2x124,7* | DISCE4-8C-FC |
RAIN_114,0_H270_S10 | 114,0 | 22.800 | 20.500 | 18.625 | 15.925 | 28.495 | 400 | 3x246 | 770 | 270 | 3x226,2 | 3x94,1* | DISCE4-8C-FC |
RAIN_129,5_H270_S10 | 129,5 | 25.880 | 23.275 | 21.150 | 18.085 | 32.350 | 400 | 3x246 | 870 | 270 | 3x249,5 | 3x106,3* | DISCE4-8C-FC |
RAIN_144,5_H270_S10 | 144,5 | 28.840 | 25.935 | 23.575 | 20.110 | 36.050 | 400 | 3x246 | 970 | 270 | 3x279,8 | 3x118,5* | DISCE4-8C-FC |
RAIN_152,0_H270_S10 | 152,0 | 30.380 | 27.315 | 24.825 | 21.205 | 37.975 | 400 | 3x246 | 1020 | 270 | 3x291,4 | 3x124,7* | DISCE4-8C-FC |
* Lastre di copertura divise in due parti
** Regione Puglia: Sistema grigliatura richiesto a monte impianto
I dati riportati sono indicativi
Si realizzano Prolunghe (Vasche Senza Fondo) per tutti i ns. Manufatti
Per Dimensionamenti con volumi superiori a quelli riportati in tabella contattare il nostro Ufficio Tecnico.
Riferimento Normativa Emilia Romagna
Tipologia della Lavorazione | Coefficiente Cf | |
(a) Ridotta | Tutte le aree di raccolta dell'acqua piovana in cui sono presenti piccole quantità di limo prodotto dal traffico o similari, vale a dire bacini di raccolta in aree di stoccaggio carburante e stazioni di rifornimento coperte. | 100 |
(b) Media | Stazioni di rifornimento, autolavaggi manuali, lavaggio di componenti, aree di lavaggio bus. | 200 |
(c) Elevata | Impianti di lavaggio per veicoli da cantiere, macchine da cantiere, aree di lavaggio autocarri, autolavaggi self-service. | 300 |
Regolamenti e indicazioni Regionali
Norme in materia di valorizzazione e reazione utilizzate dalle risorse idriche a tutela delle acque dall'inquinamento:
DELIBERA 1053 -2003 D.G.R. N. 1053-03 EMILIA ROMAGNA:
DELIBERA DELLA GIUNTA REGIONALE 18 DICEMBRE 2006 N. 1860:
Norme urgenti in materia di ambiente:
Scarichi acque reflue urbane, fognatura, corpi idrici ATO 2 Lazio Centrale Roma:
CERTIFICAZIONI E NORMATIVE\LIGURIA\LINEE GIUDA 2010 ARPAL PER SCARICHI DOMESTICI:
Norme urgenti in materia di ambiente:
Piano di Tutela delle Acque Regionale:
Precisazioni regolamento 20 febbraio 2006, n1 R disciplina acque meteoriche dilavamento:
Disciplina degli scarichi di acque reflue domestiche o assimilate alle domestiche:
Disciplina delle acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia:
Disciplina scarichi delle Acque Regionali:
Disciplina scarichi in pubbliche fognaure scarichi insediamenti civili che non recapitano in pubbliche fognature:
Piano di Tutela delle Acque Regionale:
Testo unico provinciale sulla tutela dell'ambiente dagli inquinamenti:
Deliberazione della giunta regionale 7 maggio 2019, n.627 - Direttiva in meteria di scarichi reflue, approvazione e pubblicazione:
Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento L.R. 24 agosto 1982 n.59
D.G.R. n.2884, 29_09_2009 ( agg. 2010 ) Norme tecniche attuazione P.T.A All. A Dgr del 27_01_2011:
Piano di tutela delle acque - dgr n. 1534 del 03_11_2015:
Indicazioni progettazione vasche prima pioggia
Sono considerate acque di prima pioggia le prime acque meteoriche di dilavamento relative ad ogni evento meteorico preceduto da almeno 48 ore di tempo asciutto, per un’altezza di 5 mm di precipitazione uniformemente distribuita. Le modalità di trattamento delle acque di prima pioggia e l’individuazione delle acque di dilavamento e lavaggio di aree esterne sono indicate nell’articolo 24 delle Norme di Attuazione del PTAR.
- Attività di cui all’Allegato I del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59 (Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento); - Stabilimenti di lavorazione di oli minerali o sintetici non rientranti nelle fattispecie di cui alla lettera a) dell’allegato I del punto precedente ed i depositi per uso commerciale delle stesse sostanze;
- Aree intermodali destinate all’interscambio di merci e materiali; - Concia e tinture delle pelli e del cuoio;
- Produzione della pasta carta, della carta e del cartone;
- Produzione di pneumatici;
- Custodia Giudiziaria di automezzi e motocicli, limitatamente alle aree destinate a mezzi incidentati o danneggiati;
- Autofficine, Carrozzerie;
- Autolavaggi.
Per le aree esterne di stazioni di distribuzione di carburante, prevalentemente contaminate da idrocarburi di origine minerale, qualora sia dimostrata l’impossibilità, opportunamente documentata, di realizzare una vasca con accumulo e rilancio, a causa di spazio insufficiente, in alternativa è possibile prevedere impianti con funzionamento in continuo.
Gli impianti che prevedono il trattamento in continuo delle acque meteoriche devono garantire il rispetto dei limiti di emissione, previsti dalle norme nazionali e stabiliti nell'autorizzazione.
Vista l'impossibilità delle tecnologie di depurazione disponibili di azzerare le concentrazioni degli inquinanti al punto tale che non siano rilevabili agli accertamenti analitici, quanto previsto al comma 6 dell’articolo 24 delle Norme del Piano: “in detti scarichi devono essere assenti le sostanze pericolose ai sensi della direttiva 2000/60/CE”, si intende ottemperato con l’applicazione delle disposizioni contenute nell’allegato 5 al d.lgs. 152/2006 in relazione agli scarichi sul suolo e in acque superficiali.
Tecnologia
Il trattamento delle acque di prima pioggia prevede un sistema di grigliatura, dissabbiatura e disoleatura. Le acque di prima pioggia vengono convogliate tramite un pozzetto di by-pass (separatore acque di prima pioggia dalle acque di seconda pioggia) in apposite vasche dette "Vasche di prima pioggia". Il sistema prevede 3 fasi distinte:
1. Separare tramite un pozzetto scolmatore con setto di stramazzo le prime acque meteoriche, che risultano inquinate, dalle seconde.
2. Accumulare temporaneamente le prime acque meteoriche molto inquinate perchè dilavano le strade ed i piazzali, per permettere, durante il loro temporaneo stoccaggio, la sedimentazione delle sostanze solide;
3. Convogliare le acque temporaneamente stoccate ad una unità di trattamento per la separazione degli idrocarburi. Nella pratica corrente, le acque di prima pioggia vengono separate da quelle successive (seconda pioggia) e rilanciate al disoleatore ( Disoleatori NS ) tramite un bacino di accumulo interrato di capacità tale da contenere tutta la quantità di acque meteoriche di dilavamento risultante dai primi 5mm di pioggia caduta sulla superficie scolante di pertinenza dell'impianto.
Il bacino è preceduto da un pozzetto separatore che contiene al proprio interno uno stramazzo su cui sfiorano le acque di seconda pioggia dal momento in cui il pelo libero dell'acqua nel bacino raggiunge il livello della soglia dello stramazzo.
Nel bacino è installata una pompa di svuotamento che viene attivata automaticamente dal quadro elettrico tramite un microprocessore che elabora il segnale di una sonda rivelatrice di pioggia installata sulla condotta di immissione del pozzetto.
Alla fine della precipitazione, la sonda invia un segnale al quadro elettrico il quale avvia la pompa di rilancio dopo un intervallo di tempo pari a 48/72 h (tempo di svuotamento previsto). Se durante tale intervallo inizia una nuova precipitazione, la sonda azzera il tempo di attesa.
Una volta svuotato il bacino, l'interruttore di livello disattiva la pompa e il sistema si rimette in situazione di attesa.
Impianti trattamento delle acque reflue e percolati da isole ecologiche
E' importante porre attenzione nella progettazione delle isole ecologiche dove sono presenti sfalci-potature di piante, carta, percolati, ecc.. che possono creare problemi agli impianti.
Il trattamento delle acque di prima pioggia nelle isole ecologiche deve essere completo di vasche di accumulo, disoleazione, filtrazione a coalescenza a pacchi lamellari, kit di prima pioggia con PLC, sensori di pioggia, combinatore telefonico GSM. Il dimensionamento degli impianti sarà in funzione della superficie, del refluo da trattare, dalla destinazione dello scarico finale in fognatura pubblica o acque superficiali. Edil Impianti2 ha realizzato in questi anni numerosi impianti di prima pioggia per le isole ecologiche, impianti di biogas, e con il proprio personale specializzato effettua anche la manutenzione. Impianti di trattamento acque di prima pioggia acque provenienti da piazzali su cui vengono svolte attività di deposito rifiuti, centri di raccolta rifiuti solidi urbani con deposito di sfalciature piante. (Impianto tipo:.sgrigliatore, scolmatore/pozzetto deviatore, vasca di prima pioggia, disoleatore.) Nelle realizzazioni di Impianti di biogas occorre adeguare gli impianti di depurazione e gli impianti di prima pioggia. La normativa prevede il trattamento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne degli impianti di biogas.
Gestione e Manutenzione
Sempre più frequentemente impianti di questo tipo vengono costruiti e collegati con pochissima attenzione da parte del committente o utilizzatore finale, questo comporta dopo poco tempo a problematiche legate alla cattiva gestione che spesso si concludono con sanzioni amministrative , blocco dello scarico, denunce penali ecc.. Il consiglio di Edil Impianti è quello di eseguire e programmare per ogni impianto installato le seguenti operazioni, collaudo a fine lavori con rilascio di certificato, manutenzione ordinaria (incarico di manutentore interno) e redazione di un registro di manutenzione, manutenzione straordinaria (contratto con costruttore o ditta specializzata), approvvigionamento di ricambi e filtri pronti all'uso o alla immediata sostituzione, contratto e affidamento a ditta di Autospurgo della pulizia periodica o eccezionale.
Approfondimento sul dimensionamento Regione Lombardia
(Disciplina dello smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne Regolamento Regionale 24 marzo 2006, N. 4, Legge regionale n.26 del 12 dicembre 2003 );
«evento meteorico» una o più precipitazioni atmosferiche,anche tra loro temporalmente distanziate, di altezza complessiva di almeno 5 mm, che si verifichi o che si susseguano a distanza di almeno 96 ore da un analogo precedente evento;acque di prima pioggia» quelle corrispondenti, nella prima parte di ogni evento meteorico, ad una precipitazione di 5 mm uniformemente distribuita sull’intera superficie scolante servita dalla rete di raccolta delle acque meteoriche. Le acque di prima pioggia e le acque di lavaggio, che siano da recapitare in corpo d'acqua superficiale ovvero sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo, devono essere avviate ad apposite vasche di raccolta a perfetta tenuta, dimensionate in modo da trattenere complessivamente non meno di 50 m3 per ettaro di superficie scolante (di seguito vasche di prima pioggia). Alle acque meteoriche di dilavamento deve essere destinata una apposita rete di raccolta e convogliamento, munita, nei casi di cui al comma 2, di un sistema di alimentazione delle vasche di prima pioggia che le escluda automaticamente a riempimento avvenuto; la rete deve essere dimensionata sulla base degli eventi meteorici di breve durata e di elevata intensita` caratteristici di ogni zona, e comunque quanto meno assumendo che l’evento si verifichi in quindici minuti e che il coefficiente di afflusso alla rete sia pari ad 1 per la superficie scolante e a 0,3 per quelle permeabili di qualsiasi tipo ad esse contigue, escludendo dal computo le superfici incolte e quelle di uso agricolo. Le acque meteoriche di dilavamento provenienti da superfici contaminate da idrocarburi di origine minerale, in alternativa alla separazione delle acque di prima pioggia di cui al comma 2, possono essere sottoposte a trattamento in impianti con funzionamento in continuo, progettati sulla base della portata massima stimata in connessione agli eventi meteorici di cui al comma 3, fermo restando il rispetto dei valori limite di emissione di cui all'articolo 7, comma 1.
Approfondimento sul dimensionamento Regione Veneto
Ai fini del calcolo dei volumi da pretrattare, ovvero da avviare a depurazione, (nelle zone di Belluno, Padova, Treviso, Rovigo, Verona, Venezia, Vicenza) si individuano quali acque di prima pioggia le acque che dilavano le superfici nei primi 15 minuti di precipitazione, che comunque producano una lama d’acqua convenzionale pari ad almeno 5 mm uniformemente distribuiti sull'intera superficie drenante afferente alla sezione di chiusura del bacino idrografico elementare interessato. Ai fini del calcolo delle portate si dovranno assumere quali coefficienti di afflusso convenzionali il valore 1 per le superfici impermeabili, ed il valore 0,3 per le superfici permeabili, escludendo dal computo le superfici coltivate. Qualora il bacino di riferimento per il calcolo, che deve coincidere con il bacino idrografico elementare effettivamente concorrente alla produzione della portata destinata allo scarico, abbia un tempo di corrivazione superiore a 15 minuti primi, il tempo di riferimento deve essere pari a:
a) al tempo di corrivazione stesso, qualora la porzione di bacino il cui tempo di corrivazione è superiore a 15 minuti primi, sia superiore al 70% della superficie totale del bacino;
b) al 75% del tempo di corrivazione, e comunque al minimo 15 minuti primi, qualora la porzione di bacino il cui tempo di corrivazione è superiore a 15 minuti primi sia inferiore al 30% e superiore al 15% della superficie del bacino;
c) al 50% del tempo di corrivazione, e comunque al minimo 15 minuti primi, qualora la porzione di bacino il cui tempo di corrivazione è superiore a 15 minuti primi sia inferiore al 15% della superficie del bacino.
Si considerano eventi di pioggia separati quelli fra i quali intercorre un intervallo temporale di almeno 48 ore.
Approfondimenti
La capacità di rimozione delle sostanze inquinanti in questa fase primaria si limita ad un abbattimento dei solidi sospesi associato alla sedimentazione all'interno del bacino.
L'efficienza può comunque essere migliorata inserendo uno stadio di sedimentazione primaria all'ingresso del bacino o della vasca che favorisca l'accumulo dei solidi più grossolani.
Tali acque, infatti, costituiscono il veicolo attraverso cui un significativo carico inquinante costituito da un miscuglio eterogeneo di sostanze disciolte, colloidali e sospese, comprendente metalli, composti organici ed inorganici, viene scaricato nei corpi idrici ricettori nel corso di rapidi transitori.
Le acque di prima pioggia necessitano pertanto di opportuni trattamenti al fine di assicurare la salvaguardia degli ecosistemi acquatici conformemente agli obiettivi di qualità fissati dalle Direttive Europee 2000/60/CEE (direttiva quadro nel settore delle risorse idriche) e 91/271/CEE (Concernente il trattamento delle acque reflue urbane).
In ambito urbano le sorgenti che causano l'alterazione della qualità delle acque meteoriche di dilavamento possono essere distinte in sorgenti diffuse sul territorio (rete stradale, parcheggi, etc.) e sorgenti puntuali come nodi infrastrutturali e piazzali di siti produttivi, nelle quali la tipologia di carico inquinante è fortemente vincolata alla specifica attività svolta.
Per quanto concerne le sorgenti diffuse, come documentato in letteratura, sono state condotte numerose campagne di monitoraggio per la caratterizzazione delle acque di prima pioggia volte alla determinazione sia del processo di formazione ed accumulo delle sostanze inquinanti sia alla successiva fase di trasporto all'interno del sistema di drenaggio di tipo unitario e separato.